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Lacrime di gioia, di dolore, di rabbia, di commozione, lacrime per esprimere le mille sfumature del nostro mondo interiore.

Da un punto di vista scientifico, le lacrime per esprimere stati d’animo sono una prerogativa dell’uomo. Tutti gli altri mammiferi hanno sì gli occhi bagnati da lacrime, utili per umidificare cornea e congiuntiva, ma non esprimono emozioni tramite queste.

Secondo Maurizio Cusani, autore di “Alimentazione e salute degli occhi”, “… chi non piange non sa nemmeno sviluppare forti emozioni” e ancora: “Coloro che soffrono di una rara forma ereditaria detta disautonomia familiare, che impedisce di produrre lacrime, hanno una capacità ridotta di superare gli stress”.

Strano a dirsi ma le lacrime, da un certo punto di vista, fanno bene.

Le lacrime contengono sostanze batteriostatiche come il lisozima che disinfetta e blocca il 90% dei batteri di superficie in soli 10 minuti. Chi lacrima diluisce ed elimina facilmente sostanze estranee che possono venire a contatto con la cornea e la congiuntiva”. Sempre secondo Maurizio Cusani, il pianto migliora la pelle, la respirazione, le produzione di anticorpi e riduce lo stress(*).

Dell’autore: “Chi sopprime le lacrime aumenta i tassi di sostanze tossiche nel sangue e favorisce l’ipertensione arteriosa, infarti cardiaci, ictus cerebrali e ulcera peptica”.

A questo punto verrebbe da dire: “Via libera alle emozioni” anche con le lacrime.

Il nostro vissuto conscio e inconscio non attende altro che una naturale possibilità espressiva, possibilità che, nella nostra cultura, è spesso concessa alle donne per uno strano quanto obsoleto stereotipo. Dunque, forse meglio: “Via libera alle emozioni” al di là degli stereotipi.

(*) Testo liberamente tratto da “Alimentazione e salute degli occhi “ di Maurizio Cusani

 

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